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Silenzio

Un pomeriggio di agosto

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Alla fine ci siamo. Rogitato l’acquisto a fine luglio, partiamo con i primi lavori. Cioe’ tentiamo di riconquistare alla presenza dell’uomo il giardino, tra rovi ed erba alta. L’edera che tenta di coinvolgere nel suo caos le robinie ed i ciliegi selvatici. Rose soffocate da pruni. Il tronco di un fico caduto che si inarca su un viottolo.

Giada manovra con ispirato vigore il tosaerba, io brandeggio la motosega di nonno Francesco (rivendicativa nell’accensione, ma generosa nel taglio). Doriano, il suocero, e’ una rivelazione al decespugliatore. Avanza, impigliato come Timbreo tra i serpenti di Atena, roteando il motore distrugge il floral invasore come Gedeone l’altare di Baal. Pian piano, la natura indietreggia.

Un piccolo capriolo esce dalla radura, evidentemente infastidito.

La casa e’ immersa nel silenzio. La vite ne avvolge la facciata, come a farla sua. Nell’ombra la vecchia stalla ricorda il suo passato. La vecchia stufa di terracotta si scalda con i raggi del sole.

Ricordi. Le cose rimandano sempre al passato. Il biòs rimanda solo al presente. Solo lo Spirito mostra il futuro nel presente, e fa presente il passato.

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